L’accensione di febbraio del forno di Pescomaggiore ci ha regalato tanti spiccioli di magia. Un grazie a Biagio Accardi il cantastorie. A Franca, poetessa di Pescomaggiore e custode delle parole antiche di queste montagne. Agli amici di Roberto di Camarda, che non c’è più, e che hanno portato i suoi pensieri postumi. Ai PapaLeg Acoustic Blues Duo, per le loro chitarre che sciolgono la neve. Al signor Antonio che si è commosso. A chi ha portato il vino della sua botte, le frappe, il pecorino, la genziana fatta in casa. A Marialina alchimista dell’impasto perfetto. A tutti quelli che c’erano, e ci saranno sempre, per ricostruire L’Aquila e suoi borghi dimenticati. Per dimostrare ancora una volta che tutto deve rinascere dal basso. E un bel brindisi alla facciaccia dei pizzicagnoli del tempo che vogliono imporre la loro alta velocità che non porta da nessuna parte.