Luglio 2012, diario di bordo di EVA. La ricostruzione è sempre al di là da venire. Ci sono decine di borghi del cratere sismico aquilano che anzi rischiano di essere ricostruiti solo in parte, con tempi molto lunghi, dunque inutilmente. Nei paesi e nei MAP provvisori-definitivi tra i terremotati ci sono molti anziani. Loro a casa con i tempi della ricostruzione prospettati dal governo difficilmente ci torneranno a vivere.
E dall’altra parte anche i giovani è probabile che avranno poco interesse a rimanere a vivere nella periferia di un borgo che per anni sarà un cantiere o un mucchio di macerie, dove difficilmente si potrà immaginare un futuro per sé e per i propri figli. Perchè oltre alla mancanza di lavoro rischia di spegnersi il piacere di vivere in un luogo, che solo la vera socialità, la convivialità, la cultura, la libertà e l’apertura mentale possono suscitare.
Non resta che restare e resistere. Qui a Pesco ci si prova. Nella ferma anzi cocciutissima convinzione che i piccoli borghi terremotati e non solo, possono tornare a vivere, ripopolarsi e prosperare. Occorre incentivare la permanenza della popolazione e l’arrivo di “nuovi” giovani abitanti mettendo a disposizione a prezzi accessibili il patrimonio abitativo sottoutilizzato, ristrutturandolo secondo il modello dell’autorecupero, ricostruendo le seconde e terze case del cratere sismiche a determinate condizioni di utilità sociale, promuovendo attività agricole e artigianali, in grado di generare occupazione e reddito tramite l’infrastrutturazione leggera ed ecocompatibile necessaria alla produzione e trasformazione dei prodotti, sostenendo le attività di già presenti sul territorio, recuperando e valorizzando la memoria e i saperi del territorio. E soprattutto: superando l’individualismo, l’arroccamento nella diffidenza a presidio del ”mio”, verso modelli di comunità meno primitivi e fallimentari, spostando cioè l’asse sul ”noi”, ovvero sulla condivisione, la cooperazione, i beni e gli spazi comuni.
Si è tenuta a tal proposito un’altra assemblea pubblica per discutere dell’aggiornamento dello stato dei lavori del processo di pianificazione partecipata, sui risultati parziali dei questionari già consegnati. Si è discusso riguardo il piano di ricostruzione e le sue implicazioni per Pescomaggiore.
Su iniziativa di Misa e del villaggio Eva, con la partecipazione di buona parte degli altri paesani, l’estate è stata finora cadenzata dalla bellissima esperienza del laboratorio di costruzione di pupe pirotecniche, con consueta accensione del forno e ballo serale. Un grazie enorme ai pupari Massimo Piunti e Silvia Di Gregorio.
E poi l’indimenticabile esperienza del Serpica Naro camp: decine di persone venute da tutta Italia, lavoratrici precarie e creative innanzitutto, che hanno dato vita a laboratori di tessitura, di stencil, ma anche momenti importanti di confronto e dibattito sullo strano destino di una generazione di giovani che della precarietà ne sta facendo un percorso di vita. A ricordo di queste giornate un arazzo donato a Pescomaggiore.
E poi una sorpresa a firma degli amici di Mettiamoci una pezza, che hanno steso le loro bellissime e oramai famose pezze, con cui da mesi colorano L’Aquila, e realizzate con tessuti provenienti da ogni dove, sui puntellamenti del castello di Pescomaggiore, gravemente danneggiato dal terremoto, uno dei centinai di tesori che attendono di rinacere, uno dei leggendari 99 castelli che contribuì alla fondazione dell’Aquila. All’interno la caduta di porzioni di intonaco ha rivelato la presenza di affreschi che si stendono su tutta la parete Est e la Soprintendenza ha ipotizzato l’attribuzione alla scuola di Giotto.
Poi è stata la volta di una passeggiata in cerca di erbe commestibili ed utili, in primis l’iperico, che si raccoglie il giorno di san Giovanni. Un modo per ricordarci tutti quanti che queste nostre montagne sassose e ballerine hanno tanti tesori da offrire.
Infine la terra: gli orti, uno sinergico, uno tradizionale, altri diffusi nel villaggio EVA come verde pubblico commestibile, cominciano a dare i loro saporiti frutti. Prima piccola raccolta del pregiato dell’aglio rosso. Ci si prepara alla mietitura del farro, alla raccolta e risemina dei bulbi dello zafferano, alla raccolta della patata turchesa e della patata a pasta gialla. Il nocino e quasi pronto, la genziana è quasi finita…